domenica 14 ottobre 2007

"Anche un uomo" di Gian Luca Mario Loncrini - Alberti e C. Editori - € 24,00


La storia di un bambino che si scopre diverso dagli altri coetanei e affronta un percorso non sempre facile che lo condurrà dalla fanciullezza alle soglie dell’adolescenza alla ricerca del significato di amore nei diversi aspetti che la sua età gli consente di vivere e comprendere, trovando la forza per accettare questa sua diversità.
Ma Paolo è un ragazzino fortunato. Perché ha alle spalle una famiglia solida che lo ama e non appesantisce la realtà che grava sulla sua “fragile” condizione psicologica.
Un romanzo con uno stile narrativo proprio, particolare, in cui il passaggio dalla terza alla prima persona non è casuale, ma
cercato e voluto dall’Autore per esprimere al meglio sentimenti ed emozioni e far si che il lettore riesca ad appropriarsene entrando nella vicenda.

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10 commenti:

Anonimo ha detto...

Bello, bello, bello. Uno dei libro più interessanti che ho letto negli ultimi mesi.

Anonimo ha detto...

Ogni libro incide nelle nostre emozioni compatibilmente con lo stato d'animo con il quale stiamo convivendo in un determinato momento. Credo sia una cosa abbastanza normale e che capiti a chiunque legga. Ma ANCHE UN UOMO di questo bravissimo autore mi ha fatto addirittura piangere. Lo suggerisco a chiunque: toccante e sorprendentemente vero.

Anonimo ha detto...

Con un po' di difficoltà sono riuscita a recuperarlo. Me ne avevano parlato alcuni amici e non mi pento di avere attesto tanto per averlo. Leo e Elena hanno ragione: bello, emozionante e toccante. Consigliato a chi vuole leggere qualcosa di 'nuovo'.

Anonimo ha detto...

Non ho parole... Spero che l'autore abbia in mente di scrivere un seguito. Struggente, soprattutto vero, profondo, genuino e senza troppi inutili fronzoli. Se ne scrivessero di libri così onesti! Da leggere, lo consiglio!

Anonimo ha detto...

L’amore familiare, la forte affezione al proprio mondo e il particolarissimo sentimento per gli amici, nell’anima di Paolo coesistono con la naturale complicatezza con cui tutti i bambini vivono le proprie emozioni durante la crescita. Il tono e lo stile del testo coinvolgono il lettore in un territorio “altro” che è il mondo fanciullo visitato con gli occhi curiosi di un bambino particolarmente sensibile. Le piccole manie e le ossessioni escono dal testo accompagnando un cammino adolescenziale che si aprirà al mondo adulto con una consapevolezza diversa perché ferita e insieme rafforzata dagli eventi.
Il viaggio: la partenza e il ritorno, il perdersi e il ritrovarsi rappresentano bene la metafora testuale che è metafora della vita. Paolo parte e torna più volte dentro e fuori se stesso seguendo il proprio flusso vitale e lasciando che l’ esistenza si disegni da sé, utilizzando tutte le sfumature del cuore che la famiglia gli ha insegnato a cogliere.
Un giovane uomo o un uomo ancora troppo fanciullo? Al termine del viaggio, Paolo avrà iniziato a comprendere alcune cose, si accorgerà che altre erano sempre state chiare anche se non esplicite, molte ancora saranno comunque da capire: ciò che ruota attorno all’amore vero, quello puro che comprende senza chiedere, che si accontenta anche di non penetrare la verità, perché è nella scoperta semplice e continua l’essenza dell’inesauribile senso di Amore.

Anonimo ha detto...

Assolutamente interessante quest’opera prima di un autore della provincia di Verona, precisamente di Caprino Veronese, pendolare tra Verona, Copenhagen e il Brasile. Interessante perché capace di gettare un vero fiume di parole su quanto difficilmente è vagliato dagli scrittori: l’infanzia e la pre-adolescenza viste dal di dentro.

Protagonisti dei bambini di una manciata di anni, otto, travagliati (circa una ventina d’anni fa) dagli scrupoli morali inculcati dall’insegnante di catechismo e mai fugati da un imbarazzato parroco durante una Prima Confessione, un po’ spauracchio, un po’ catarsi. Bambini che si impegnano in corse da una casa all’altra del paese, in appuntamenti per i compiti e la merenda, chi figlio unico, chi parte di una grande famiglia praticamente perfetta, cinque figli e due genitori impiegati negli alberghi del lago di Garda dove la vicenda si svolge.
Un testo snello, interessante, malgrado le molte pagine; capace di scivolare dentro l’anima del lettore e di interessarla, appassionarla, commuoverla. E non già per quello scampolo di mondo e di realtà sociale scomparsa, quanto per la genuinità dei dialoghi interiori, e non, dei piccoli protagonisti.
Uno tra tutti Paolo, membro della famiglia grande, alle prese con la pubertà e i risparmi per costruire una grande casa, con tre bagni che evitino le code spazientite e una camera per ogni figlio che sostituisca l’unica stanzona con i letti a castello. La famiglia che coccola e protegge, dalla bronchite o dalla fimosi, dal lutto per la perdita di uno dei ragazzi, investito da un’automobile all’uscita dall’allenamento sportivo.
La famiglia che insegna senza minacce, tanto a quelle ci pensa già la catechista, con tanto di terrore sulle macchie nere dell’anima che senz’altro si vanno allargando perché si è scoperto che le turiste tedesche prendono il sole a seno nudo, il papà ha un sesso più grosso del proprio, all’amico figlio unico può nascere un fratellino e alla sorellina sta crescendo il seno.
Tutte quelle scoperte e domande e allusioni e paure che popolano la mente dei bambini e che non c’è progresso che tenga, sono sempre quelle.
La vita scorre via in fretta, tra le vacanze in campagna dai nonni e i compiti da finire, i litigi con il migliore amico e i giuramenti “per sempre”.
Sarà in questo paradiso della beata gioventù che Paolo scoprirà di voler bene a Marco e poi, una volta tradito da questo, a Claudio. Sarà con la stessa semplicità delle scoperte bambine che proprio lui, il “secchione”, amato un po’ da tutti, venerato al suo rientro a scuola dopo un lungo ricovero in ospedale a causa di un incidente d’auto che l’ha portato al coma, scoprirà di essere davvero il “frocio” delle accuse più infamanti, delle paure più profonde.
Il romanzo si chiude con una certezza non svelata appieno, con una liberazione data dalla capacità di affermarsi, pur così giovane.
Si chiude sui compagni di scuola che fanno quadrato non tanto nei confronti della diversità, quanto contro la cattiveria dell’ex amico che, forse, si è soltanto sentito tradito ma che, comunque, ha messo in giro le più infamanti calunnie.
Si legge di vita, in un soffio di emozioni delineate dalla precisione del racconto, e si partecipa alla vicenda quasi si trattasse di parenti, un po’ ricordando i tempi andati, un po’ affascinati da quel momento dell’infanzia che non torna più e che pure non si è dissolto, per i protagonisti, con le solite tragedie narrate con pathos, bensì nella quietezza dei giorni allietati dal panorama del lago.
Da leggere.

Anonimo ha detto...

A mio parere, oltre al notevole valore letterario, Anche un uomo è un libro potenzialmente spendibile per finalità "politiche" e "pedagogiche", per la delicatezza e la naturalezza con cui tratta l'emergere di un desiderio sessuale e di una affettività "differenti" dalla maggior parte dei suoi coetanei.
Paolo, prima ancora di essere in grado di dare un nome all'omosessualità e all'amore, accoglie con spontaneità, pur nell'inevitabile smarrimento iniziale, queste esperienze.
E' evidente in questo l'importanza che ha un contesto familiare positivo: pur non essendo l'omosessualità né nominata né prevista, la famiglia trasmette al ragazzino una idea di amore aperta e inclusiva e valorizza in ogni modo le specificità di Paolo.
Magistrale la parte nella quale la sorella maggiore, incalzata da Paolo che anela disporre di una definizione di amore, gli trasmette benissimo il concetto che ogni amore è diverso perchè ognuno di noi lo vive in maniere diversa dagli altri e ogni volta in modo diverso a seconda di chi ama e da chi è amato.

Anonimo ha detto...

Mi sembra giusto che uno dei protagonisti del libro si chiami come me. Buona lettura a tutti.

Anonimo ha detto...

Vi assicuro che è un libro da non perdere!

Anonimo ha detto...

Ragazzi, che impresa trovarlo. Ma grande, grande la soddisfazione durante e a fine lettura. E vediamo se c'è chi ha coraggio di dire che è un libro difficile e noioso. Aspetto il seguito. Se ci sarà. Ciao. Max