sabato 29 settembre 2007

"Il canto della cecità" Autobiografia di un'anima di Martino Ciano - Edizioni Creativa - € 10,00

"Perso all'ombra di un pallido sole, incominciai a raccontare al vento il mio passato". Così comincia questo viaggio introspettivo e fantasioso che tenta nell'immane compito di descrivere, attraverso un linguaggio riflessivo, le proprie emozioni che appaiono come figli in cerca del proprio padre. In essa c'è tutto il bisogno di esprimere l'incapacità dell'uomo di conoscersi e difendersi da se stesso. Io, il protagonista, simboleggia un viaggiatore astratto ed anonimo in cui tutti possono immaginarsi e trovare tra le trame di questo romanzo una propria chiave di lettura. Tutto in questo libro potrebbe essere vero o falso, questo continuo dubbio è anche l'unica certezza umana ed anche la sua guerra più lunga. L’utilizzo di alcuni simboli esoterici, o della mitologia antica riescono a dare all’intero romanzo più interpretazioni.
Il Canto della Cecità è un semplice racconto di fantasia che si sviluppa in un Teatro singolare: la propria coscienza. Incatena chi lo legge dal primo istante, è un libro a cui gli si deve prestare attenzione. Affascina per la sua spietata suspance, fa inorridire per il suo cinismo che trova sempre un suo fascino. Mi è risultato difficile credere che un ragazzo di 23anni abbia potuto scrivere un romanzo così duro ma così affascinante, certo come primo lavoro qualche errore c’è, una certa prolissità nel linguaggio, un uso a volte improprio degli aggettivi; ma nel totale quello che ho letto mi ha incantato molto, mi ha fatto ritornare davvero a quelle domande adolescenziali a cui, ancora oggi, non riesco a dare risposta. Tutto gira sull’eterno ritorno delle proprie emozioni, delle passioni dimenticate. Il messaggio del libro è semplice, vivere secondo le proprie emozioni, elevarsi più nello spirito che non nella carne vuol dire anche prendere il meglio che si può ricevere dalle cose terrene e portarle via con sé, imparare dalla propria imperfezione. Tale concetto è ben espresso nell’apertura del sesto ed ultimo capitolo “Perfetto è solo il nulla – spaventato dal nulla guardò dentro di sé ma anche lì dovette scegliere tra l’imperfezione o il nulla”…. (commenti ricevuti via e-mail)
Il Canto della Cecità si sviluppa in una trama coinvolgente. L’autore vuole descrivere un ambiente corrotto in cui nulla è come appare, ed anche le opposizioni come l’amore e l’odio in fondo vengono rappresentati in maniera univoca, cantando all’unisono le trame del romanzo. Da ciò il suicidio simbolico che il protagonista attua alla fine del romanzo in rappresentanza dell’uomo che vuole distruggere il vecchio per unirsi a qualcosa di nuovo. Da studente di Storia e filosofia, il nostro giovane autore deve essere un appassionato dell’esistenzialismo; nel libro c’è una continua ricerca della verità, come se la verità fosse il simbolo della felicità umana; ma tale verità è davvero sopportabile dall’uomo? Ad un passo da essa, il protagonista la rifiuta; rimane sconvolto quando convinto di essere lì in quanto portatore di bene, il suo Ekthros gli dirà “E cos’è l’odio se non il più sublime degli amori? Capace di cingere il cuore degli uomini che lo abbracciano e di portarli all’ossessione fino ad uccidere se stessi pur di liberarsene?”….

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